Teatri di Guerra | Bookolica Festival, La Maddalena Sept 2022
Andrea Filigheddu e Nicoletta Corbella
La guerra in Nagorno-Karabakh inizia nel Settembre 2020 nel cuore del Caucaso, e per 45 giorni un conflitto armato tra le forze azere contro quelle armene e locali prende luogo a sud est della regione. La guerra si conclude con l’aiuto di mediazioni russe il 10 novembre 2020.
Il 24 Febbraio 2022 la Russia invade l’Ucraina alle porte dell’Europa. Il conflitto è attualmente in corso.
Un conflitto armato ha conseguenze in forme e modi diversi sulla vita di un incalcolabile numero di persone: ci sono quelli che vivono la guerra a chilometri di distanza, senza aver mai visto un carro armato nel proprio cortile, e altre che la vedono passare e portarsi via tutto quel che hanno e che sono stati fino a quel momento.
Questa collezione di fotografie vuole essere una testimonianza di ciò che significa vivere la guerra. Parla di violenza sulla vita di persone la cui esistenza sarà segnata per sempre da cicatrici inflitte dall’ingiustizia.
Le zone di guerra mi hanno mostrato aspetti della vita che erano sconosciuti ai miei occhi. Vedevo che ogni giorno la gente prendeva sempre più consapevolezza di ciò che stava perdendo e si ritrovava a fare scelte che avrebbero cambiato il proprio destino e quello dei loro cari, forse per sempre: “Resto”, “Non Resto”, “Restiamo”, “Non Restiamo”.
Non ho mai visto codardi in guerra, ma persone che raccoglievano tutto il coraggio che avevano e lottavano per la sopravvivenza e per un futuro migliore. Avevano la mia età, l’età dei miei cugini, l’età dei miei genitori, l’età delle mie nonne. È stato spontaneo pensare alla mia vita a casa, lontano dai conflitti, e paragonarla ai posti in cui mi trovavo.
Quasi mi vergognavo della mia fortuna perché ogni giorno di fronte ai miei occhi vedevo come la gente era costretta a reagire per andare avanti.
La guerra cambia le persone da dentro, ho visto ciò che un uomo può fare ad un altro uomo e come ogni giorno la linea fra giusto e sbagliato si assottigliava sempre di più.
Posso dire di aver visto due guerre, ma non di averle vissute sulla mia pelle. Nessuno può immaginarsi cosa significa vedersi crollare tutti i progetti di una vita nel giro di pochi istanti, ma forse questi scatti potranno farci riflettere e lasciare che la guerra colpisca in un modo non violento anche noi. Perché alcune volte è solo in questo modo che noi, esseri umani prendiamo consapevolezza del mondo che ci circonda e delle scelte che facciamo.
Nessuno vince in guerra, i segni che lascia resteranno per sempre in coloro che l’hanno vissuta, e i luoghi in cui è passata cambieranno per sempre.