La Georgia è il secondo Paese, solo dopo l’Armenia, che intorno al 327 d.C, ha adottato il Cristianesimo come religione ufficiale di Stato. Difatti un censimento del 2014 afferma che l’83,4% della popolazione georgiana si identifica come cristiana ortodossa e solo il 10,7% si considera musulmana. Tuttavia nella regione dell’Adjara, situata nella punta sud-occidentale del Paese, i musulmani costituiscono circa il 30% della popolazione, concentrandosi prevalentemente nei distretti di Keda, Shuakhevi e Khulo. Il motivo per cui questa minoranza è riuscita a sopravvivere nel tempo è strettamente legato alla sua posizione e al suo territorio prevalentemente montuoso. Confinando a sud con la Turchia ed estendosi lungo la costa sud-orientale del Mar Nero, salendo verso le colline boschive e le montagne interne del Caucaso Minore, le alture dell’Adjara sono state in grado di preservare una religione, sviluppatasi secoli fa, durante il dominio di queste terre.
Nel 1453, l’invasione dell’Impero Ottomano, determinò all’interno della regione la conversione di massa dei georgiani locali, passando dal Cristianesimo Ortodosso all’Islam. Insieme alla religione vennero anche costruite le prime moschee in legno sugli altopiani di tutta l’Adjara.
Per quattro secoli la popolazione subì l’influenza ottomana e fu con la guerra Russo-Turca del 1877-1878, che la regione fu ceduta all’Impero Russo costringendo molte persone a emigrare inTurchia. Coloro che rimasero subirono il processo di cristianizzazione imposto dall’Impero Russo, ma esso non raggiunse le alte montagne dell’Adjara. I musulmani non si convertirono mai e i loro luoghi di preghiera non vennero distrutti.
Nel 1921, con l’incorporazione della Georgia nell’Unione Sovietica, la Repubblica dell’Adjara ottenne lo status di Repubblica Socialista Sovietica Autonoma (ASSR) e successivamente, durante gli anni ‘30 e ‘40, le politiche atee furono applicatein tutti i territori sovietici. Ancora una volta le moschee di questa regione sopravvissero grazie alla loro posizione isolata e furono convertite in ospedali e magazzini.
Con la caduta dell’Unione Sovietica e l’abolizione delle politiche atee, la religione fece ritorno nei Paesi post-sovietici. Il cristianesimo tornò in Georgia e l’Islam in Adjara. Le moschee, un tempo utilizzate come ospedali e magazzini, vennero riconvertite come luoghi di preghiera e le piccole comunità musulmane ritornarono a praticare.
Le montagne dell’Adjara hanno protetto per secoli decine di moschee in legno dalle guerre, dal Comunismo, dal Cristianesimo e dal tempo. Purtroppo negli ultimi anni molte famiglie della zona hanno lasciato le montagne per raggiungere la città o trasferirsi in altri paesi, e con la loro partenza alcune comunità musulmane sono già scomparse portando all’abbandono dei loro luoghi di preghiera. Inoltre l’interesse nazionale assente per la conservazione di questi luoghi porterà non solo alla loro scomparsa, ma cancellerà per sempre le testimonianze di una cultura, di una religione e di una storia che ha abitato queste terre, ma che non si è voluta, non si vuole e non si vorrà ricordare.
Questo progetto vuole essere sia un lascito sia la dimostrazione della sopravvivenza e della decadenza di una religione, dei colori, del tempo e di storie tramandate a voce nei secoli.